Seminario: “Razze Umane? No, Grazie!”

Seminario sulle forme di discriminazione e di rifiuto dell’altro

Avatar utente

Personale scolastico

0

Al termine della Settimana della Memoria, in cui la nostra scuola, ha realizzato diverse attività, in quanto consapevoli che La Giornata della Memoria non è solo la commemorazione che si può concludere in un giorno, abbiamo sentito la necessità di riflettere con la Dottoressa Sandra Terracina, biologa e coordinatrice dell’Associazione Progetto Memoria, con il seminario “Razze Umane? No, Grazie”, sulle forme di discriminazione e di rifiuto dell’altro, che rischiano di generare razzismo e violenza, per combattere i nuovi razzismi e difendere convivenza e integrazione.

Sul termine “razza” si è sviluppato un interessante dibattito tra i ragazzi delle classi Terze della Scuola Secondaria, la relatrice dott.ssa Terracina, i docenti e tutti i partecipanti all’incontro, teso a chiarire l’esigenza storica che portò i Padri Costituenti alla decisione di inserirlo, nel 1947, durante la stesura della Costituzione, nell’ art. 3.

L’intervento della dott.ssa Sandra Terracina chiarisce anche dal punto di vista medico – scientifico, come il termine “razza” sia assolutamente inadeguato laddove riferito al genere umano. Per cui si è convenuto che la dicitura “Leggi razziali”, non è esatta, perché razziale rimanda al concetto di razza e le razze umane, va ribadito, non esistono. Bisognerebbe invece parlare di leggi antiebraiche o leggi razziste. 

Sempre più spesso vediamo la persistenza, nel mondo contemporaneo, dell’ideologia che ha portato allo sterminio di milioni di ebrei d’Europa.

Permane perciò il valore della convinzione per cui, occorre scegliere di “puntare” sulle pratiche “educative per insegnare “come” alimentare relazione sociali corrette e rispettose dell’Altro e per scongiurare che le tragedie del passato non abbiano a ripetersi, consapevoli che “i camini di Aushwitz tirano ancora…” (Danilo Dolci, Non sentite l’odore del fumo, Laterza 1971)

Ricordare il passato, infatti, non basta a fare comprendere che c’è un “passato che non passa”, un passato che rimane tra noi pronto a ricomparire. E per evitare che ciò accada, occorre agire sulla realtà presente, offrendone chiavi di comprensione critica.

E’ esperienza quotidiana il moltiplicarsi di linguaggi e comportamenti aggressivi e derisori verso l’Altro.  Pensiamo al   mondo dei social, poi, grazie al (presunto) anonimato che sembra togliere anche l’ultimo velo di controllo di sé, sempre più diviene spazio di emersione della parte più oscura e violenta celata dentro un numero crescente di persone.

Sono molteplici e spesso apparentemente banali gli esempi possibili. In occasione della sconfitta dell’Inghilterra contro l’Italia nella finale degli Europei di calcio 2021, i due giocatori inglesi che hanno fallito il rigore sono stati insultati e dileggiati in quanto “neri”. Aggressioni rilevanti espressamente qualificate razziste. Quante poi le aggressioni verbali televisive? Recentemente alcuni concorrenti di un seguito “reality” sono stati apostrofati come “paralitico” e “scimmia”. Non si tratta soltanto di cattiva educazione. E’ l’affiorare dell’attitudine profonda all’umiliazione dell’altro, una risorgiva di razzismo, sulla scorta dello stereotipo.

L’antisemitismo ha radici proprie ed antiche, ma nel mondo di oggi non viaggia da solo. Chi è antisemita è, di volta in volta e a seconda dell’occasione, anche “anti-altro”. Il razzismo è presente nel nostro presente, in modo niente affatto trascurabile, né episodico. (Secondo i dati forniti dall’associazione Lunaria, che raccoglie segnalazioni di episodi razzisti in Italia, tra il 2008 e il 2020 sono stati registrati almeno 7.426 casi gravi di razzismo. A seguito di un aumento notevole dei crimini d’odio, nel 2010 il Ministero dell’Interno ha fondato l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad). Nel 2017 – ultimo aggiornamento – i crimini d’odio registrati sono stati 1.048, 300 in più rispetto all’anno precedente)

Nel quadro dei molteplici e pluriformi interventi realizzati, è emersa l’esigenza di “Linee Guida per il contrasto all’antisemitismo” a sostegno dei percorsi educativi e di prevenzione e contrasto ai fenomeni di intolleranza e razzismo. Da poco sono state emanate le Linee Guida per il contrasto all’antisemitismo sono state elaborate dal Comitato scientifico paritetico previsto dal Protocollo d’Intesa, sottoscritto il 27 gennaio 2021, tra il Ministero dell’istruzione, la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’UCEI – Unione Comunità Ebraiche Italiane.

La conoscenza della Shoah, l’ethos, il logos e il pathos con cui se ne fa memoria, è fondante la possibilità di com-prendere termini come alterità, dialogo, pluralismo, dignità delle persone, come pure dei significati contrapposti di espressioni quali barbarie, soprusi e violenza.

Il Dirigente Scolastico, prof. Giacomo La Montagna, circa le Linee-guida del Ministero, sostiene fermamente l’agire della scuola con attività formative per insegnanti e studenti, che trovano sì il loro momento più rappresentativo nel Giorno della Memoria, ma con la necessità di una estensione in tutto l’anno scolastico.

Le “Linee guida” esaminano le principali forme dell’antisemitismo contemporaneo; forniscono elementi per l’individuazione precoce di possibili criticità in ambito scolastico; riportano dettagliati riferimenti bibliografici e suggeriscono percorsi formativi; descrivono unità di apprendimento pluridisciplinari, coerenti con la Legge 20 agosto 2019, n.925 e le Linee Guida per l’Educazione Civica, adottate con Decreto Ministeriale 22 giugno 2020, n.356.

Prof.ssa Annunziata Scarano, Referente Educazione Civica 

Circolari, notizie, eventi correlati